Età giolittiana: tesina maturità
Tesina di maturità su Giovanni Giolitti e il ruolo e il pensiero di Pascoli durante l'età giolittiana (11 pagine formato doc)
ETA' GIOLITTIANA: TESINA MATURITA'
L'età giolittiana: la politica moderata di Giolitti, lo sviluppo industriale, i rapporti economici e le riforme sociali.
L’età giolittiana.
Fu per mezzo secolo deputato di Dronero; alla Camera sedette tra i gruppi della Sinistra . Venne scelto come Ministro dell’Interno nel gabinetto Zanardelli e dal 1903 assunse la carica di presidente del consiglio quasi ininterrottamente fino al 1914.
Per comprendere le decisioni politiche di questo grande statista è importante sottolineare che nonostante appartenesse alla sinistra moderata era di fondo ancorato al centro, attuò dunque provvedimenti che cercavano di coinvolgere sia i moderati di destra che quelli di sinistra e proprio per questa ragione la sua politica venne definita “del pendolo”.
TESINA PASCOLI ETA' GIOLITTIANA
Nella fase iniziale del suo incarico le oscillazioni erano abbastanza tenui, più sfumate.
Ne è un esempio il tentativo d’instaurare rapporti con il partito socialista spesso lacerato dagli scontri massimalisti-minimalisti. Dopo il congresso del 1908 a Firenze in cui prevalsero i riformisti un esponente Filippo Turati venne invitato a far parte del governo, ma non si creò mai una piena collaborazione.Durante la fine del mandato Giolitti prese invece posizioni più nette.
L’oscillazione a destra più clamorosa fu senz’altro l’espansione coloniale dell’Italia in Libia, attraverso la quale Giolitti soddisfò il desiderio d’espansione dei nazionalisti. La Libia faceva parte dell’impero ottomano dunque l’Italia dovette aggredirlo.
Nel 1911 la flotta italiana partì alla conquista di Tripoli la capitale della Tripolitania , ma una volta occupata la città l’esercito italiano trovò difficoltà ad avanzare nell’interno a causa dell’accanita resistenza dei beduini.
Giovanni Giolitti: tesina di maturità
PASCOLI E GIOLITTI
Nel 1912 gli italiani occuparono Rodi e le isole del Dodecaneso, la Turchia fu così costretta nell’ottobre del 1912 ad accettare la pace di Losanna con la quale riconobbe all’Italia oltre alla sovranità sulla Libia, il diritto di conservare il controllo delle terre occupate a garanzia dell’evacuazione turca dai territori libici e della cessazione della guerriglia che in effetti si perpetuò fino al 1927.
Questa guerra coloniale fu molto dibattuta nel nostro paese. La gioventù socialista prese posizioni molto chiare dichiarando che non era disposta ad uccidere e farsi uccidere nell’interesse della borghesia, l’unica guerra che i giovani socialisti erano pronti a combattere era quella contro la borghesia sfruttatrice.
“La voce”, la rivista diretta da Giuseppe Prezzolino, nella quale ebbe un ruolo determinante Gaetano Salvemini, portò avanti una decisa opposizione alla campagna libica, in quanto la scarsa fertilità del suolo e la presenza di poche ricchezze minerarie secondo essa, non ne giustificavano l’impresa..
Questo giornale finì con l’allinearsi a favore dell’intervento in nome della “solidarietà nazionale”, questo pregiudicò la collaborazione di Salvemini nella rivista, il quale non si scostò dalle sue idee e arrivò a definire la Libia “uno scatolone vuoto”. Il 1911 fu l’anno della scissione della rivista in questione, in quanto essendo di taglio liberale, sembrava sponsorizzare troppo il governo Giolitti. Nacquero “l’Unità” con Salvemini, che sosterrà il neutralismo e successivamente divenne il giornale del Partito Comunista e “Lacerba” fondata dai nazionalisti, stanchi della mediocrità giolittiana.