Età giolittiana: tesina

Età giolittiana: tesina di storia contemporanea sulla politica e riforme di Giovanni Giolitti (6 pagine formato doc)

Appunto di barboncina94

ETA' GIOLITTIANA: TESINA

Età giolittiana.
Nel 1901 il re Vittorio Emanuele III nominò presidente del consiglio Giuseppe Zanardelli e come ministro degli interni Giovanni Giolitti.
Giolitti era un uomo politico, dotato di una solida cultura di governo, esperto dell’amministrazione finanziaria dello stato, cosi, Zanardelli ormai vecchio chiese le dimissioni, che fece sì che Giolitti stesso subentrasse come primo ministro.
Giovanni Giolitti governò dal 1901 al 1914 esercitò un influenza così autorevole sulla vita politica dell’Italia che questo periodo viene definito età Giolittiana.

Il Suo obiettivo principale fu quello di allargare il consenso allo stato, dal quale erano rimasti esclusi fino ad allora le forze popolari, come i socialisti e i cattolici.

RIFORME DI GIOLITTI

Infatti era convinto che le masse contadine e operaie erano diventate un dato inevitabile della società moderna in evoluzione. A tal proposito tra la fine dell'Ottocento e i primi del '900 l'economia italiana entra in una fase di decollo industriale , i progressi più evidenti si registrarono nei comparti: il metallurgico, il meccanico, il chimico e l’elettrico, in misura minore, il tessile e l’alimentare. Queste industrie avevano sede nel triangolo industriale, formato da Torino, Milano e Genova. In questo periodo l’industria Italiana fu aiutata dall’intervento statale, particolare rilievo ebbero le commesse statali nel campo dei trasporti ferroviari che incentivarono la crescita, la politica protezionistica attuata con l’imposizione di alte tasse su prodotti esteri, questo favorì lo sviluppo dell’industrie del nord e danneggiò i sud. Un contributo sull’economia fu dato anche dalle grandi banche che finanziarono le industrie nuove dei settori più dinamici, nacquero cosi le banche miste.

Età giolittiana: riassunto

POLITICA DI GIOLITTI

La connessione tra il sistema bancario e quello industriale faceva si che venisse accelerato il processo di concentrazione delle imprese. Questo sviluppo portò notevoli miglioramenti nel livello medio di vita degli Italiani, i segni più evidenti si videro nelle città come l’illuminazione, i trasposti urbani e l’arrivo dell’acqua e del gas. Nel triangolo industriale si concentrò in questo periodo più della metà di tutti i lavoratori dell’industria Italiana, di conseguenza la vita delle città comportò nuovi disagi per gli abitanti e soprattutto per quelli delle classi operaie costretti a vivere in quartieri generalmente sovraffollati, malsani e degradati. Nelle case il riscaldamento rimaneva un lusso e i servizi igienici erano nella maggioranza dei casi in comune.

Riassunto sull'età giolittiana

GIOVANNI GIOLITTI: TESINA

Giolitti cercò di governare i conflitti sociali abbandonando la linea repressiva ritenendo che gli scioperi e le proteste dei lavoratori, finché si mantenevano sul piano della rivendicazione economica e non assumevano carattere di ribellione, rientrava nel normale confronto tra le forze sociali. In base a tale convinzione, Giolitti cercò di coinvolgere lo stesso partito socialista nel governo, puntando sulla divisione tra riformisti (o minimalisti) e rivoluzionari (o massimalisti).
I riformisti, guidati da Filippo Turati, ritenevano che si dovesse cambiare la società gradualmente, attraverso le riforme. Essi si concentravano su un programma minimo di riforme che prevedeva il suffragio universale maschile e femminile e una legislazione del lavoro che migliorasse le condizioni di vita dei lavoratori.