Razzismo: significato e storia

Tesina di maturità sulla storia e significato del razzismo e su Malcolm X, personaggio che giocò un ruolo fondamentale nell'America razzista della prima metà del '900, combattendo, fino al suo assassinio, per i diritti dei neri (4 pagine formato doc)

Appunto di sumomarino

RAZZISMO: SIGNIFICATO E STORIA

Storia.

Il razzismo - La parola “razzismo” indica teorie e comportamenti fondati sull’idea che ci siano razze superiori e inferiori e che le prime abbiamo il diritto di dominare sulle altre. Una razza è l’insieme di individui che appartengono a una specie e si distinguono da altri gruppi della stessa specie per uno o più caratteri costanti.

Razzismo: definizione semplice e storia

RAZZISMO: DEFINIZIONE SEMPLICE

- Origine del razzismo negli Stati Uniti
La discriminazione contro i neri iniziò ad essere praticata negli Stati Uniti già tra il 1500 e il 1800, periodo in cui ci fu la massiccia deportazione di africani come schiavi nei territori delle Americhe, ove vennero sfruttati nelle piantagioni di tabacco e cotone. Tale condizione di schiavitù e inferiorità verrà resa illegittima solo dopo lo svolgimento della guerra di secessione che culminerà nel 1865 con la vittoria degli antischiavisti e l’abolizione della schiavitù.

La guerra di secessione vide infatti contrapposti due schieramenti, i Nordisti o Unionisti, i quali denunciavano lo strazio dei neri ridotti in schiavitù, con al vertice il presidente Abraham Lincoln, deciso a procedere gradualmente all’abolizione della schiavitù, e i Sudisti o Confederati, i quali si separarono dal nord proprio in reazione all’elezione di Lincoln, eleggendo come loro presidente Jefferson Davis e costituendo una Confederazione indipendente nella quale liberismo e schiavismo furono dichiarati ineliminabili.

RAZZISMO: STORIA

Sebbene i sudisti vantassero i migliori ufficiali e l’appoggio dei capitalisti inglesi e francesi, per via del commercio con essi, i Nordisti risultavano in netto vantaggio essendo numericamente superiori (22 milioni contro i 9 milioni del sud) e detenendo il monopolio delle industrie e una flotta relativamente forte, con la quale potevano ostacolare i rifornimenti che il Sud riceveva dall’Europa. La legge fatta approvare dal Lincoln il 22 settembre 1862, che emancipava gli schiavi senza che essi pagassero alcun indennizzo ai loro ex padroni, e a conclusione della guerra il 9 aprile 1865 con la vittoria degli Unionisti inasprì ancora di più i rapporti tra Nord e Sud, a tal punto che pochi giorni dopo la fine delle ostilità, il 14 aprile, una fanatico sudista assassinò Lincoln. Si scatenarono per tanto atteggiamenti violenti in ambedue gli schieramenti, i Nordisti consideravano i loro avversari un popolo conquistato, in quanto avendo essi optato per la secessione avevano rinnegato la cittadinanza americana, e difendevano i diritti civili dei neri, anche se non per un particolare impegno etico politico ma per ottenere i loro voti; i Sudisti reagirono invece unendosi in società paramilitari come il  Ku-Klux-Klan o la White League of Lousiana, le quali compivano azioni disumane nei confronti dei neri, negando loro i diritti inalienabili che ogni uomo doveva avere. L’opposizione dei Repubblicani Radicali a tali barbarie fu bloccata dall’elezione del presidente Rutherford Birchard Hayes, il quale pur di ottenere il riconoscimento del partito democratico, ritirò la guardia nazionale dal Sud abbandonando quindi i neri al loro destino. Vennero presto compiuti artifici “legali” volti a negare i diritti ai neri, esempio ne furono le cosidette “clausole del nonno”, le quali impedivano ai neri di votare, sostenendo che solo chi avesse goduto del diritto di voto dal 1° gennaio 1867 o avesse avuto qualche suo antenato che lo deteneva, avrebbe potuto votare senza dover compliare schede molto complesse, che i neri essendo per lo più poveri e analfabeti non erano in grado di compliare. Ovviamente nessun nero o suo antenato aveva votato prima del 1867.
Nonostante la vittoria del Nord nella guerra di secessione avesse liberato il paese dalla piaga dello schiavismo, i neri continueranno a vivere in condizioni materiali e morali disastrose, vittime del razzismo, per ancora molti anni.

MALCOLM X E RAZZISMO

- Malcolm X
Un personaggio che giocò un ruolo fondamentale nell’America razzista della prima metà del ‘900, combattendo, fino al suo assassinio, per i diritti dei neri, fu Malcolm Little, il quale cambiò ben presto il suo nome in Malcolm X. Egli nasce ad Omaha, nel Nebraska, il 19 maggio del 1925, periodo in cui negli Stati Uniti si era in pieno regime di segregazione razziale. Malcolm, figlio di Earl, il quale lo abbandonò molto presto poichè venne ucciso nel 1931 da un gruppo di sostenitori della “supremazia bianca” e di Louise Little, la quale giudicata legalmente non sana di mente, fu costretta a guardarsi portar via tutti i suoi undici figli, era un ragazzo di colore, povero che, terminati i suoi studi alla junior high school, ottenendo i migliori risultati della sua classe abbandonò quando il suo insegnante preferito gli disse senza mezzi termini che diventare un avvocato di fama non era "un obiettivo realistico per un negro", intravide come unici mezzi per la sopravvivenza la droga l’alcol e la violenza.