L'ascesa del Fascismo e del Nazionalsocialismo: la tesina

Tesina sulla situazione politica ed economica italiana del primo dopoguerra: la vittoria mutilata, l'ascesa del fascismo, la marcia su Roma, l'Italia fascista, le opere del regime e l'Olocausto (27 pagine formato doc)

Appunto di poiuuiop

L'ASCESA DEL FASCISMO E DEL NAZIONALSOCIALISMO: TESINA

Storia.

L’ascesa e l'affermazione del fascismo e del nazismo. La situazione politica ed economica italiana del primo dopoguerra. Il periodo storico in cui meglio si inquadrano tutte le sfaccettature del tempo dove l’uomo perde ogni dignità umana è il cosiddetto “ventennio fascista”, caratterizzato dall’avvento del fascismo e del nazionalsocialismo.
È anche il periodo in cui il fisico ebreo Albert Einstein dava alla luce la Teoria della relatività e il filosofo francese, di origine ebraica, Henry Begson teorizzava il suo “spiritualismo”.

ASCESA NAZISTA

La fine della prima guerra mondiale vede un’Italia in grave crisi economica, sfiduciata, lacerata da contrasti sociali.
Fra i vincitori della prima guerra mondiale l’Italia era la nazione più fragile, sia perché politicamente era  “nata” da poco più di mezzo secolo, sia perché la sua economia era debole anche prima della guerra, sia per il grande divario tra il Nord e il Sud del Paese.
Le condizioni in cui si trovò il nostro paese sono quindi immaginabili : una crisi generale dell’economia, l’inflazione “galoppante”, i prezzi che salivano alle stelle mentre gli stipendi restavano praticamente inalterati, e la disoccupazione era aumentata di sei volte rispetto all’anno precedente.
La guerra, benché vittoriosa, ha significato investimento di capitali, calo della produzione agricola per l’assenza materiale della forza-lavoro, arricchimento di pochi industriali e ulteriore impoverimento dei lavoratori.
Una crisi generale, dunque, che coinvolse la stragrande maggioranza della popolazione.

Il Nazionalsocialismo: tesina

DALLA REPUBBLICA DI WEIMAR AL REGIME NAZISTA

Ai contadini durante la guerra era stata promessa la distribuzione delle terre ma queste erano state dimenticate e nessuno intendeva rispettarle. Gli operai trovarono: aumento dei prezzi, abbassamento dei salari,fame, disoccupazione.

La crisi economica colpì anche la piccola e media borghesia: da questiceti erano stati reclutati gli ufficiali e i sottufficiali, tornati a casa erano stati costretti a riadattarsi a una vita grigia e monotona, fatta di magri stipendi e sacrifici.
(Fino ad allora al Governo vi erano stati i liberali che avevano interesse per il proletariato e la borghesia).
I reduci, soprattutto gli ufficiali di complemento, costituivano un’alta categoria che aveva buone ragioni per lamentarsi. Innanzitutto, dopo 4 anni di guerra, trovarono grandi difficoltà a reinserirsi nella vita “civile” e a trovare un posto di lavoro; questi giovani, inoltre, si sentirono guardati con malcelato disprezzo proprio da quegli “imboscati" che, mentre loro combattevano al fronte, avevano approfittato per costruirsi delle cospicue fortune attraverso ogni tipo di speculazione. Al loro rientro, le sinistre scatenarono inoltre la “caccia ai reduci e agli ufficiali”: a loro, in pratica, si rimproverava di aver voluto la guerra e di avervi trascinato gli operai e i contadini, mentre sappiamo che la decisione dell’intervento era stata presa da un’esigua minoranza di italiani.