La condizione delle donne nell'antichità: tesina

Tesina sulla condizione delle donne nell'antichità: nel Vicino Oriente, Atene, Sparta e donne etrusche, la raffigurazione della donna nell'arte greca, confronto donna greca-romana, il matrimonio e cura dell'aspetto (6 pagine formato doc)

Appunto di frillilli

LA CONDIZIONE DELLE DONNE NELL'ANTICHITA'

La condizione della donna nell'antichità.

L’argomento che mi appresto ad esporre tratta il problema della condizione femminile nell'antichità, più precisamente dal Vicino Oriente a Roma, passando per la Grecia. La relazione analizza la situazione sociale, com’erano considerate, che compiti svolgevano e la loro vita pubblica ed anche il tipo di società in cui vivevano.
Tutto questo è stato presentato in classe da due miei compagni, Caterina Sensi e Riccardo Pincerato, durante due ore di storia.
Si sono divisi gli argomenti, il Vicino Oriente, la Grecia e gli Etruschi Riccardo, i Romani Caterina. Durante l’esposizione si sono avvalsi di lucidi, esposti con la lavagna luminosa, come riferimento e guida.
Divido anch’io la relazione in due blocchi, vale a dire uno per ogni compagno, a loro volta divisi in sottogruppi.
Indice: esposizione: Vicino Oriente; Grecia: Atene, Sparta; Etrusche; Raffigurazione della donna nell’arte greca; Roma: confronto donna greca-romana; il matrimonio; cura dell’aspetto; epoche romane.

LA CONDIZIONE DELLE DONNE NELLA STORIA

Vivino Oriente. Le donne vissute in Vicino Oriente sono le più antiche che prendiamo in considerazione e risalgono al 20 secolo a.C. .
La famiglia era a base patriarcale, in altre parole gli uomini dominavano sulle donne e per queste l’unico scopo era la discendenza, che doveva essere di figli maschi, sani e forti. Le figlie femmine erano viste come un peso per la famiglia, per la dote che si doveva dare, cioè l’insieme d’oggetti che andavano dalla casa del padre a quella del marito.
La donna del Vicino Oriente era, però, più libera dal punto di vista economico, rispetto alle altre società antiche.
C’erano due grandi “peccati” che facevano (se fatti) della donna una disprezzata e un peso per la società: la sterilità e l’adulterio. La sterilità, cioè l’impossibilità di generare figli, era vista dalle donne come una maledizione; una ragazza sterile poteva facilmente diventare un peso inutile per la società.
L’adulterio maschile era accettato e al marito era concessa la poligamia, cioè avere più di una moglie mentre per le donne l’adulterio era severamente vietato. Il significato di adulterio è una relazione extraconiugale.

La situazione delle donne nell'antichità: tesina

LE CONDIZIONI DELLE DONNE DALL'ANTICHITA' A OGGI

Grecia. La donna era totalmente sottomessa all'uomo.
Atene. Siamo nell’VII secolo a.C., in una società patriarcale, dove le donne erano escluse dalla cittadinanza e non avevano nessun diritto.
Una donna ateniese, a differenza di suo marito, trascorreva l'intera giornata in casa,     
dirigendo i lavori domestici eseguiti dalla servitù e organizzando la vita familiare; per la
donna c’era una stanza dedicata solo a lei, il “gineceo”, che deriva dal greco “ghine” (=donna) e “oicos” (=casa).
Usciva solo per partecipare alle feste religiose, le uniche attività che l'avrebbero potuta far uscire dalle mura domestiche e la donna ad Atene era esclusa dall'educazione, sia intellettuale che fisica.
I matrimoni erano combinati in base alla situazione economica e lo scopo del matrimonio era di avere figli maschi, forti e sani; le figlie venivano “esposte”, cioè erano messe in recipienti e portate lontano da casa.