Conflitto arabo israeliano: tesina di storia

Tesina sulla questione israeliana-palestinese (10 pagine formato doc)

Appunto di justbibbi

CONFLITTO ARABO ISRAELIANO: TESINA DI STORIA

Conflitto israeliano-palestinese.

La questione israeliana-palestinese ha origine nella politica imperiale britannica.
La Gran Bretagna, infatti, per avere il sostegno degli arabi contro la Turchia durante la prima guerra mondiale, aveva prospettato la nascita di uno stato arabo indipendente in Palestina, allora sotto il dominio ottomano.
Non volendo inimicarsi le élite ebraiche occidentali simpatizzanti con il sionismo, che aveva fin dal 1882 spinto molti ebrei dell'Europa orientale a emigrare in Palestina, il governo britannico intendeva tenere aperto un focolaio di divisione in vista del proprio dominio sulla regione; perciò, il 2 novembre 1917, con la dichiarazione di Balfour, promise agli ebrei uno stato autonomo, pur con la contraddittoria promessa di non danneggiare le altre comunità già esistenti in Palestina.

Conflitto arabo israeliano: tesina di maturità

QUESTIONE ARABO ISRAELIANA IN BREVE

Su questa base la Società delle Nazioni conferì all'Inghilterra il mandato su quella regione, che cercò di controllare giocando sulle rivalità etniche e religiose suscitate dal continuo afflusso di immigrati ebrei, spinti a lasciare l'Europa dal diffuso antisemitismo e dalle persecuzioni naziste.


Quando gli arabi arrivarono a prendere le armi contro gli inglesi (1936-1939), gli ebrei erano ormai 400.000 ed erano decisi a ricorrere anch'essi alle armi per difendere e ampliare i propri insediamenti nella Terra Promessa. La Gran Bretagna reagì con una dura repressione militare e limitando l'afflusso di altri ebrei.
All'indomani della seconda guerra mondiale le pretese imperiali britanniche erano molto ridimensionate, mentre cresceva il sentimento nazionalista dei paesi arabi. Nel 1947 la Gran Bretagna sottopose la questione palestinese all'ONU, che l'anno seguente approvò un piano che contemplava la divisione del paese in uno stato ebraico, uno stato arabo-palestinese e una zona, che avrebbe compreso anche Gerusalemme, sottoposta all'amministrazione fiduciaria delle stesse Nazioni Unite.
Il progetto fu accettato dagli ebrei, ma venne rifiutato con decisione dagli arabi di Palestina e dei paesi confinanti, che non ammettevano che il problema ebraico, di cui si era così tragicamente macchiata l'Europa, fosse scaricato in un'area ormai da secoli arabizzata.
In seguito al piano ONU, nel maggio del 1948 il mandato britannico in Palestina si estinse e il Consiglio provvisorio ebraico proclamò la nascita di una costituzione e, con essa, lo stato d'Israele, che fu subito approvato da USA e URSS, ma che provocò l'immediato intervento armato dei paesi arabi, che dettero inizio alla prima guerra arabo-israeliana, detta da questi ultimi “guerra di indipendenza araba”.
Essi furono attaccati dagli eserciti di Siria, Egitto, Giordania, Libano e Iraq.
Mentre l'Haganah, l'organizzazione militare sionista costituita nel periodo del mandato, era scarsamente equipaggiata, i paesi arabi disponevano di truppe regolari. Tuttavia, a causa dei contrasti interni ai singoli paesi, Israele riuscì a neutralizzare rapidamente l'attacco.
Il 1° giugno, su pressione dell'ONU, fu stipulato un armistizio.

ISRAELE E PALESTINA

Nelle settimane seguenti Israele poté rafforzare sensibilmente le proprie forze armate, ribattezzate Zahal, e la controffensiva inflisse agli arabi una pesante sconfitta. Nel 1949 l'Egitto concluse con Israele un armistizio, l’armistizio di Rodi, cui entro il luglio aderirono gli altri paesi arabi.
Israele si impossessò quindi di alcune zone destinate dall'ONU a far parte dello stato arabo, e in più delle alture del Golan, siriane; l'Egitto occupò la striscia di Gaza e la Cisgiordania fu annessa alla Giordania.
Centinaia di migliaia di palestinesi furono costretti a fuggire dal territorio israeliano cercando asilo nei paesi confinanti; molti furono espulsi con la forza, mentre i beni immobiliari dei fuggiaschi furono trasferiti ai coloni ebrei.
Lo stato di guerra nella regione rimase permanente, fino a sfociare nell'ambigua seconda guerra arabo-israeliana del 1956, la “guerra del Sinai”, che aggravò la situazione di insicurezza in cui versava la popolazione araba.
Lo stato ebraico ritenne di poter approfittare della tensione creatasi tra l’Egitto e le potenze occidentali, a causa della nazionalizzazione della compagnia del canale di Suez decretata dal presidente Nasser, per attaccare l’Egitto.