Tesina sul fascismo
Tesina di storia contemporanea sul fascismo: primo dopoguerra in Italia, fascismo in Giappone, fascismo in Spagna, rapporti e differenze tra Italia fascista e Germania nazista, ruolo della donna, moda, scuola, tempo libero e propaganda fascista, politica estera ed economica, politica del consenso, miti del regime, sport nel fascismo, rapporti tra Stato e Chiesa e foibe (70 pagine formato doc)
TESINA SUL FASCISMO
Il primo dopo guerra e la prima situazione civile ed economica in ItaliaIn Italia la fine del primo conflitto mondiale determinò una serie di convulsioni politiche che provocarono il tramonto del vecchio regime liberale,incapace di gestire gli immensi problemi economici e sociali imposta dalla trasformazione del dopo guerra.
Dal punto di vista economico,il fragile capitalismo Italiano andò incontro a una crisi gravissima: Gran parte delle aziende,infatti,erano cresciute smisuratamente grazie alle commesse statali. Finita la guerra occorreva riconvertire l’apparato produttivo,tutto ciò avvenne in presenza di tassi elevati di disoccupazione e di inflazione.
L'assistenzaialismo durante il fascismo: tesina
TESINA SUL FASCISMO MATURITA'
Durante gli anni della guerra i maggiori gruppi industriali sollecitati dalle esigenze belliche che imponevano ritmi produttivi accelerati avevano assunto una grande quantità di manodopera.
Fiat,adempio passò da 4.300 a 40.000 dipendenti.Parallelamente anche le banche si inserirono sempre più profondamente nel sistema produttivo. L’intervento dello stato che era il maggior committente delle industrie fini per provocare una distorsione alle strutture portanti del mercato,poiché esso gonfiò artificialmente la domanda di beni,sollecitando una crescita parallela dell’offerta.
Con la fine della guerra questa grande richiesta di beni cessò e cosi i maggiori apparati industriali entrarono in crisi. In italia non esisteva un mercato interno che riuscisse ad assorbire i beni in eccesso questo perché I salari degli operai erano i più bassi d’Europa quindi il popolo Italiano si trovava in difficoltà ad acquistare i prodotti dell’industria.
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TESINA SU MUSSOLINI
Tutto questo portò a un inevitabile serie di colossali licenziamenti,soprattutto nei settori: Metallurgico,tessile e meccanico.
Altro gravissimo problema fu l’inflazione alla quale fece seguito la svalutazione della lira: Nel 1919 un dollaro valeva ben 13 lire,e l’anno seguente 28.Poiche dalla America giungevano in Italia prodotti essenziali per l’economia nazionale,come il granturco,il carbone ecc,gli effetti sulla bilancia commerciale furono dirompenti.
La principale conseguenza di tutta questa situazione furono il numero sempre più crescente degli scioperi infatti; tra il 1918 e il 1920 si registrarono più di 3.500 azioni di protesta operaia. Gli scioperi non ebbero solo valenza sindacale(aumento dei salari,diminuzione oraria del lavoro)ma ebbero pure una valenza politica: Si guardava alla Russia sovietica per costruire uno stato socialista pure in Italia.
D’altra parte in seno al partito socialista prevalse la corrente massimalista ,ovvero rivoluzionaria. Quest’ultima trionfò nel settembre del 1918 al 15°congresso del partito;la rivoluzione sembrava ormai imminente. I dati del tempo ci dicono che i prezzi erano in continua ascesa(inflazione),mentre i salari crescevano a ritmo significatamene più lento;questo valse soprattutto per i ceti piccolo-borgesi:Impiegati statali,piccoli risparmiatori e professionisti.
Se gli operai riuscirono ad opporre un efficace azione di contrasto alla crisi,attuando una serie consistente di scioperi i ceti piccolo-boeghesi non riuscivano difendere sul piano sindacale i propi salari,ciò fece crescere in essi un senso di frustrazione e ostilita contro gli operai,non a caso costruiranno l’humus su cui crescerà al Fascismo.
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Il culmine delle proteste operaie venne raggiunto nel 1920 quando molte fabbriche vennero occupate,infatti la protesta coinvolse 400.000 addetti dell’industria i quali ragirono alla serrata dei padroni impadronendosi dei macchinari e gestendo in proprio i processi produttivi. La fine del primo conflitto mondiale provocò anche profondo cambiamenti dal punto di vista sociale in fatti alle 10milioni di vittime provocate dalla guerra si aggiunsero le vittime provocate dalle malattie epidemiche, conseguenza delle privazioni alimentari e igeniche imposte dal conflitto appena concluso.