Tesina maturità sul Fascismo in Italia
Tesina di maturità e mappa concettuale sul Fascismo in Italia (6 pagine formato doc)
TESINA MATURITA' SUL FASCISMO IN ITALIA
Nel dopoguerra le prime elezioni si svolsero nel 1919 e segnarono il successo di due partiti: il Partito Socialista e il Partito Popolare, un partito cattolico voluto dal Vaticano ma i cui esponenti non partecipavano attivamente alla vita politica.Tra il 1919 e il 1920 si verificò un periodo di grande importanza per l’Italia: scesero in lotta quattro milioni di braccianti che erano in leghe rosse, dal Lazio alla Sicilia occuparono terre non coltivate, mentre in Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia ottennero di stipulare contratti con i proprietari terrieri attraverso le leghe rosse e non singolarmente. Le lotte furono sanguinose e morirono in molti.
Dopo il 1920 la lotta si spostò ad altre categorie come operai, statali, ferrovieri che con uno sciopero generale paralizzarono il Paese. Furono occupate le fabbriche mentre gli imprenditori chiedevano l’intervento dell’esercito.
Tesina maturità sul fascismo e libertà
TESINA SUL FASCISMO, COLLEGAMENTI
Giovanni Giolitti, che era di nuovo al governo, convocò i rappresentanti delle categorie ed i proprietari delle fabbriche. Il risultato fu un successo, i salari aumentarono e le ore di lavoro diminuirono.
Nel 1921 però una parte del Partito Socialista, guidata da Antonio Gramsci e di cui faceva parte Palmiro Togliatti, criticò gli accordi e sostenendo la necessità di una rivoluzione, fondò il Partito Comunista.
Mentre le sinistre si dividevano, le destre si unificarono con due obiettivi:
• vendicare la vittoria mutilata (l’esclusione di Fiume e della Dalmazia per i territori italiani);
• stroncare la violenza bolscevica.
Tesina sul fascismo e lo stato italiano
TESINA SUL FASCISMO, COLLEGAMENTI MATURITA'
Fascismo e Benito Mussolini. Al primo obiettivo si dedicò Gabriele D’Annunzio che con un centinaio di ex soldati raggiunse la città di Fiume per poterla occupare. Nonostante il governo intimava D’Annunzio di rientrare per evitare una crisi internazionale e una sicura ripresa della guerra, la posizione fu mantenuta. Il problema fu risolto da Giolitti nel 1920 che stipulò con la Jugoslavia il Trattato di Rapallo, con il quale la Jugoslavia rinunciava al possesso della città.
Il secondo obiettivo servì da trampolino per l’affermazione di Benito Mussolini.
Mussolini era stato socialista ma aveva abbandonato il partito quando da neutralista era diventato interventista. Durante gli anni del biennio rosso aveva diretto un giornale “Il popolo d’Italia” che gli consentì di avere molti sostenitori. Il giornale era finanziato da importanti industriali e, per ingraziarsi gli stessi, affermò che contro lo sciopero non si doveva trattare, ma c’era bisogno di un’azione violenta.
Nel 1919 fondò i Fasci Italiani di combattimento, un’organizzazione militare che era come un piccolo esercito armato di manganelli e pugnali, ma non di armi da fuoco poiché erano proibite dalla legge. Si chiamarono fascisti ed indossavano una camicia nera. Come distintivo fu assunto il Fascio littorio, insegna dei magistrati dell’antica Roma che indicava il potere di unire.