La guerra di Piero: tesina maturitÃ
Tesina di maturità su "La guerra di Piero": riflessioni e collegamenti tra le materie con la canzone di De Andrè (9 pagine formato doc)
LA GUERRA DI PIERO: TESINA MATURITA'
La pietà di Piero
Liceo scientifico statale Paolo Frisi - Monza
La pietà di Piero
“Uomini, poiché all'ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce”.
(da “Recitativo, due invocazioni e un atto d’accusa”, in Tutti morimmo a stento, Fabrizio De André, 1968)
Liceo scientifico statale Paolo Frisi - Monza
La pietà di Piero
“Uomini, poiché all'ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pietà giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finché non sia maturo per la falce”.
(da “Recitativo, due invocazioni e un atto d’accusa”, in Tutti morimmo a stento, Fabrizio De André, 1968)
Tesina su De André maturità
RIFLESSIONI SULLA GUERRA DI PIERO
Il mio proposito, con questo approfondimento, è parlare della guerra; considerata la vastità dell’argomento trattato, unita al desiderio di non scadere nella banalità dei percorsi che si è soliti presentare su tale argomento, ho deciso di affrontarlo partendo dall’analisi de “la guerra di Piero”, storica canzone di Fabrizio De André, il cui soggetto, Piero, è stato fatto oggetto di un’analisi di tipo psicologico e antropologico.
Prendendo Piero come modello, ho esaminato i sentimenti e le emozioni che si generano nell’animo umano quando questo entra in contatto con una realtà tanto drammatica quanto assurda quale è la guerra, rintracciando nella pietà in particolare quel sentimento che costituisce l’essenza dell’uomo, la sua umanità; in questo la mia analisi può dirsi psicologica.
Inoltre, ho evidenziato come la pietà funga da elemento di discrimine tra due diversi modelli antropologici, l’uomo (che è rappresentato da Piero) e il soldato, da intendersi come l’essere spietato, prodotto di un’attività disumanizzante provocata dai cosiddetti signori della guerra; in questo, invece, la mia analisi è antropologica.
Oltre a “la guerra di Piero”, ho preso in considerazione altre canzoni di De André, poesie e testi di altri autori che si ricollegano all’argomento in esame e che mi sono parsi significativi.
Prendendo Piero come modello, ho esaminato i sentimenti e le emozioni che si generano nell’animo umano quando questo entra in contatto con una realtà tanto drammatica quanto assurda quale è la guerra, rintracciando nella pietà in particolare quel sentimento che costituisce l’essenza dell’uomo, la sua umanità; in questo la mia analisi può dirsi psicologica.
Inoltre, ho evidenziato come la pietà funga da elemento di discrimine tra due diversi modelli antropologici, l’uomo (che è rappresentato da Piero) e il soldato, da intendersi come l’essere spietato, prodotto di un’attività disumanizzante provocata dai cosiddetti signori della guerra; in questo, invece, la mia analisi è antropologica.
Oltre a “la guerra di Piero”, ho preso in considerazione altre canzoni di De André, poesie e testi di altri autori che si ricollegano all’argomento in esame e che mi sono parsi significativi.
Tesina su De Andrè e la libertà come filosofia di vita
TESINA SU DE ANDRE' MATURITA'
Scritta nel 1964, la guerra di Piero è una delle canzoni più famose di Fabrizio De André, in cui il cantautore genovese esprime la propria vena antimilitarista e pacifista raccontando – come in molte altre sue canzoni – la storia di una persona umile, sofferente, vittima del proprio destino: è Piero, uno dei tanti costretti a partire per la guerra senza far più ritorno.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
La strofa, posta ad apertura e a chiusura della canzone, evidenzia sin dall’inizio il tragico destino del protagonista: Piero è morto in guerra e il suo corpo non ha ricevuto una degna sepoltura, ma giace in un campo, coperto da delle spighe di grano; che il corpo non sia sepolto è ribadito dal fatto che lo vegliano mille papaveri rossi, fiori che crescono spontaneamente nel campo, mentre la rosa e il tulipano sono i fiori che i vivi portano sulle tombe dei defunti e non possono vegliare Piero, che non ha una tomba su cui poggiare dei fiori.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
La strofa, posta ad apertura e a chiusura della canzone, evidenzia sin dall’inizio il tragico destino del protagonista: Piero è morto in guerra e il suo corpo non ha ricevuto una degna sepoltura, ma giace in un campo, coperto da delle spighe di grano; che il corpo non sia sepolto è ribadito dal fatto che lo vegliano mille papaveri rossi, fiori che crescono spontaneamente nel campo, mentre la rosa e il tulipano sono i fiori che i vivi portano sulle tombe dei defunti e non possono vegliare Piero, che non ha una tomba su cui poggiare dei fiori.