Il libro sesto dell'Eneide
parafrasi dell'opera.: Il libro sesto dell'Eneide (22 pagine formato doc)
Così dice piangendo; e a tutte vele approda
finalmente alle spiagge euboiche di Cuma.
Girano verso il mare le prore, le poppe ricurve
coprono tutto il lido: con dente tenace
l'ancora tiene ferme le navi.
Un gruppo di giovani
balza ardente sul lido d'Esperia: alcuni accendono
il fuoco, percuotendo le selci, sprigionando
i semi della fiamma nascosti nelle vene
del sasso; altri percorrono le selve, folti asili
di fiere, e segnalano le sorgenti trovate.
Ma il pio Enea s'incammina verso la rocca, dove
l'alta statua d'Apollo domina, verso l'antro
immenso e i recessi della tremenda Sibilla
alla quale il profetico Nume ispira la mente
con la sua volontà, svelandole il futuro.
Già s'avvicina al bosco di Trivia e ai tetti d'oro.
Dedalo, dice la fama, fuggendo dai regni Minoici,
audacemente affidatosi al cielo su penne veloci,
volò verso le gelide Orse per un insolito
cammino e leggero alfine si fermò
sulla rocca calcidica. Appena reso alla terra
ti consacrò, o Apollo, i remi delle ali
e un grande tempio ti eresse. Sulle sue porte
c'è effigiata nell'oro la morte di Androgeo;
ci sono gli Ateniesi obbligati ogni anno
a pagare un pietoso tributo: sette giovani
tirati a sorte. Di contro si leva alta dal mare
la terra di Cnosso: si vede l'amore bestiale
del toro, Pasifae sottoposta a quel toro
in un simulacro di vacca, e il Minotauro, razza
mista e biforme, frutto di un empio accoppiamento;
e c'è l'inestricabile Labirinto che Dedalo,
pietoso dell'amore d'Arianna, dipanò
guidando con un filo i passi di Teseo.