Satire di Persio: traduzione

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traduzione completa di tutte le satire di Persio (14 pagine formato doc)

Traduzione delle Satire di Persio.

Prologo Non ricordo di avere bagnato le labbra nella fonte del cavallo né di avere sognato sul Parnaso dalla doppia cima, cosi da diventare all'improvviso poeta; le dèe dell'Elicona e la pallida Pirene lascio a coloro le cui immagini lambiscono attorte edere; io, mezzo paesano, porto da me stesso i miei versi alla sagra dei vati.

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Chi suggerì al pappagallo quel suo «Salve», e insegnò alle gazze a tentare le nostre parole? Maestro d'arte e largitore d'ingegno il ventre, un artista nell'imitare voci innaturali. Poiché se brilli speranza del danaro ingannatore, ti potrà capitare di credere che poeti corvi e poetesse gazze stiano cantando il nettare di Pegaso.
Satira prima O cure dei mortali! o quanto vuoto nelle cose! «Chi leggerà i tuoi versi?». Dici a me? Nessuno, per Ercole. «Nessuno?» O due o nessuno. «Vergogna, sventura».

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E perché? Certo Polidarnante e le Troiane mi preferiranno Labeone! Sciocchezze! Se la torbida Roma non apprezza qualcosa, non farti avanti a raddrizzare nella bilancia l'ago storto, non cercare fuori di te. Infatti a Roma chi non... Potessi parlare... Ma sì che si può, al guardare certe teste canute e la nostra melanconica vita e cosa facciamo appena lasciato il gioco delle noci, quando ci diamo arie di saccenti zii; allora, perdonate. «Non voglio».