IV Catilinaria di Cicerone: traduzione
Traduzione dei capitoli 1-4, 6 e 10 della IV Catilinaria di Cicerone (3 pagine formato doc)
IV CATILINARIA CAPITOLO 1: TRADUZIONE
Quarta Catilinaria di Cicerone. Exordium e propositio. Capitolo I - Vedo, senatori, che le bocche e gli occhi di tutti voi erano rivolti a me, vedo che voi eravate turbati non solo del pericolo vostro e della repubblica, ma anche in vero, quand’anche sia stato respinto, del mio. Mi è nei mali e gradita nei dolori la vostra benevolenza verso di me, ma – per gli dei immortali!- abbandonatela e, dimentichi della mia salute, pensate a voi e ai vostri figli. Se mi è toccata in sorte questa condizione di console, per sopportare tutte le amarezze, tutti i dolori e le torture sopporterò non solo con forza, ma in vero anche con piacere, purché con le mie fatiche si conferiscano salute e dignità a voi ed al popolo romano.
Io sono, senatori, quel console al quale non il foro, sede della giustizia, non il campo, consacrato agli auspici dei consoli, non la curia, sommo ausilio di tutte le genti, non la casa, rifugio comune, non infine questo seggio d’onore (sedia curule) fu mai privo del pericolo della morte e delle trappole. Io ho taciuto molte cose, molte le ho sopportate, a molte ho rinunciato, molte le ho espiate con qualche dolore nel vostro timore. Adesso se gli dei immortali avessero voluto che questa fosse la fine del mio consolato, salverei voi e il popolo Romano dal colpo più misero, i vostri figli e le vergini Vestali da un’asperrima arroganza, e templi e santuari, questa bellissima patria di tutti noi da una disonestissima fiamma, tutta l’Italia dalla guerra e dalla devastazione, qualunque sorte mi fosse posta davanti, si sopporti. E infatti, se Publio Lentulo, spinto dagli indovini, ha reputato che il suo nome sarebbe stato fatale per la distruzione della repubblica, perché io non dovrei rallegrarmi che il mio consolato sia stato quasi fatale alla salute del popolo Romano?
Seconda Catilinaria di Cicerone: traduzione e analisi
IV CATILINARIA CAPITOLO 2: TRADUZIONE
Quarta Catilinaria, Capitolo II di Cicerone. Insomma, senatori, abbiate cura di voi, provvedete alla patria, salvate voi, i coniugi, i figli e le vostre sorti, difendete il nome e la salute del popolo Romano; cessate di aver riguardo di me e di pensare a me. Infatti per prima cosa devo sperare che tutti gli dei, che proteggono questa città, per ciò che io merito, contraccambino; quindi, se mi dovrà capitare qualcosa, morirò con animo giusto e preparato. Infatti non può piombare addosso a un uomo forte né una morte turpe, né una precoce per chi ha raggiunto la carica consolare, né misera per un sapiente. Né tuttavia io insensibile a tal punto da essere commosso dall’afflizione e dalle lacrime del presente fratello carissimo e amatissimo, dalle quali mi vedete assediato. D’altra parte spesso richiama il mio pensiero a casa mia moglie mezza morta di paura, mia figlia prostrata dal terrore e il figlio piccolino, che mi sembra lo Stato abbracci quasi come un pegno della mia dedizione consolare, e quel genero, che aspettando la fine di questo giorno mi sta di fronte. Sono commosso da tutte queste cose, ma solo nel senso che tutti siano salvi con voi, quand’anche una qualche violenza mi abbia ucciso, piuttosto che morire loro e noi in una qualche rovina dello Stato.