Pelopida, 3

Testo originale in lingua greca e versione tradotta dai nostri tutors dell'opera "Pelopida" dal verso 33 dell'autore greco Plutarco (1 pagine formato doc)

Untitled PELOPIDA ED EPAMINONDA Pelopida, figlio di Ip­poclo, apparteneva a un'illustre famiglia di Tebe, come Epaminonda; fatto crescere in grande benessere, erede ancor giovane di una casa meravigliosa, si apprestò immediatamente ad aiutare, tra gli amici e i bisognosi, quelli che lo meritavano, per farsi notare vero pa­drone dei propri beni, non schiavo di esse.
Mentre molti, riponendo riconoscenza a Pelopida, davano piacere dalla sua liberale generosità verso di loro, il solo Epaminonda, tra gli amici, non si lasciava convincere a godere con lui del suo denaro. Fu lui, invece, Pelopida, a partecipare della povertà di Epa­minonda, considerando un onore la negligenza degli abiti e la modestia della tavola.
Epaminonda vi era abituato, ed aveva reso la miseria - ereditata dagli antenati - ancor più tollerabile e indefinita dandosi alla filosofia, e preferendo sin dai primi anni una vita solitaria. Pelopida fece invece un matrimonio splendido, ed ebbe anche figli. Ma non per questo aveva minor disinteresse per le ricchezze, e impiegandosi ogni momento alla vita per il bene della patria, impoverì i suoi beni.