"Lo scandalo di Arpalo"
Versione tradotta in italiano dall'originale greco: "Lo scandalo di Arpalo" di Plutarco. (1 pagine formato doc)
LO SCANDALO DI ARPALO LO SCANDALO DI ARPALO Non passò molto che dall'Asia giunse ad Atene Arpalo, sfuggito alle ire di Alessandro: accecato dalla propria dissolutezza, era perfettamente consapevole di essersi messo nei guai e temeva, quindi, le reazioni del suo re che, per altro, era divenuto intrattabile e crudele persino con gli amici.
Arpalo cercò, quindi, riparo presso il popolo e gli si consegnò con tutte le sue ricchezze e un'intera flotta; gli altri oratori, allora, che avevano adocchiato una simile fortuna, gli accordarono sùbito il loro aiuto e convinsero gli Ateniesi ad accogliere a braccia aperte, soccorrendolo, il povero supplice. Demostene, al contrario, consigliò loro di tener lontano Arpalo e di stare molto attenti a non coinvolgere la città in una guerra non richiesta e per di più ingiusta. Pochi giorni dopo, però, mentre si stavano inventariando le sue ricchezze, Arpalo sorprese Demostene che contemplava una coppa di artigianato barbarico, soffermandosi sugli intagli e sulla forma. Lo invitò allora, a prenderla in mano e a calcolarne il peso dell'oro.