Svetonio, De vita Caesarum: Caligola
Traduzione del Libro IV delle "Vite dei Cesari" di Svetonio. Si parla di Caligola che fu console quattro volte (12 pagine formato doc)
SVETONIO, DE VITA CAESARUM: CALIGOLA
Traduzione di Caligola - Libro IV delle Vite dei Cesari di Svetonio.
1. Di trentaquattro anni, dopo una lunga malattia, non senza che si sospettasse un avvelenamento. Infatti, a parte le macchie disseminate in tutto il corpo e la bava che colava dalla bocca, anche il suo cuore, dopo la cremazione, tu ritrovato intatto tra le ossa: si crede che quest'organo possa per natura resistere al fuoco quando è impregnato di veleno.2. D'altra parte si pensò che fosse morto per opera di Tiberio, che fece compiere il crimine da Cn. Pisone che, collocato proprio in quell'epoca al comando della Siria, non nascondeva affatto di essere nella necessità assoluta di dispiacere o al padre o al figlio, e investì Germanico, anche quando era malato, con i più crudeli oltraggi di parole e di azioni, senza nessun riguardo. Per questi motivi, quando torno a Roma, quasi venne linciato dal popolo e fu condannato a morte dal Senato.
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SVETONIO: CALIGOLA
3. È certo che Germanico riuniva, ad un grado che nessuno mai raggiunse, tutte le qualità di corpo e di spirito: una bellezza e un valore senza paragoni, doti superiori dal punto di vista dell'eloquenza e della cultura, sia greche, sia latine, una bontà straordinaria, il più vivo desiderio e la decisione meravigliosa di conciliarsi la simpatia e meritarsi l'affetto degli uomini. La magrezza delle sue gambe non era in armonia con la sua bellezza, ma a poco a poco anche loro si irrobustirono, grazie alla sua abitudine di montare a cavallo dopo il pasto. Spesso uccise qualche nemico in combattimento a corpo a corpo. Sostenne cause giuridiche anche dopo il suo trionfo e tra gli altri frutti dei suoi studi lasciò perfino alcune commedie greche. Semplice e democratico, sia nella vita pubblica, sia in quella privata, entrava senza littori nelle città libere e alleate. Dovunque sapeva di trovare tombe di uomini illustri, portava offerte funebri agli dei Mani. Quando volle far seppellire in un unico sepolcro gli antichi resti dispersi dei soldati morti nel disastro di Varo fu il primo a raccoglierli e a trasportarli con le sue mani. Anche nei confronti dei suoi detrattori, chiunque fossero e per quanto gravi potessero essere i loro torti, si mostrò cosi poco vendicativo che, vedendo Pisone revocare i suoi decreti e perseguitare i suoi clienti, non si decise a esprimergli il suo risentimento se non quando venne a sapere che questi impiegava contro di lui perfino dei malefici e dei sortilegi. Ma anche allora si limitò a togliergli l'amicizia, secondo l'usanza antica e a raccomandare ai suoi intimi di vendicarlo se avesse dovuto succedergli qualcosa.
SVETONIO, DE VITA CAESARUM: TRADUZIONE
4. Queste virtù produssero largamente il loro frutto; egli fu talmente stimato e amato dai suoi parenti che Augusto (di tutti gli altri tralascio di parlare), dopo essersi a lungo domandato se non doveva sceglierlo come successore, lo fece adottare da Tiberio. Era talmente ben visto dal popolo che, stando a quanto dicono molti autori, ogni volta che arrivava in qualche posto o quando ne partiva, la folla gli correva incontro o si metteva al suo seguito, col rischio, non di rado, di soffocarlo; in particolare, quando ritornò dalla Germania, dopo aver tenuto sotto controllo la rivolta dell'armata, tutte le coorti pretoriane gli si fecero incontro, benché due sole di loro avessero ricevuto l'ordine di lasciare Roma, e il popolo romano, senza distinzione di sesso, di età e di condizione si dispose lungo la strada fino a venti miglia dalla città.