De rerum natura, Libro VI; Lucrezio
Traduzione completa in versi del libro VI di Lucrezio (23 pagine formato doc)
1 Per prima Atene dal nome illustre dispensò un giorno i frutti delle messi ai mortali infelici e rinnovò la vita e istituì le leggi; e per prima dette le dolci consolazioni della vita, quando generò l'uomo dotato di tale mente, che un giorno rivelò con veridica bocca ogni cosa; sebbene egli sia morto, per le divine sue scoperte la sua gloria, divulgata in antico, ormai s'innalza al cielo.
Difatti, quando egli vide che le cose richieste dal bisogno per il sostentamento erano già quasi tutte assicurate ai mortali e che, per quanto era possibile, la loro vita era salda e sicura; che gli uomini potenti abbondavano di ricchezze e onore e fama, e s'ergevano orgogliosi per il buon nome dei figli, e tuttavia nessuno nell'intimità aveva meno inquieto il cuore, e, a dispetto dell'animo, affliggevano la propria vita ?senza alcuna? tregua ed eran costretti a smaniare con penosi lamenti, comprese che lì il vaso stesso cagionava il male e che dal male d'esso eran corrotte nell'interno tutte le cose che giungevano raccolte di fuori, anche i beni; in parte perché lo vedeva screpolato e forato, sì che non si poteva mai riempire in nessuna maniera; in parte perché scorgeva ch'esso al suo interno contaminava, per così dire, di un repellente sapore qualsiasi cosa avesse accolta. Purificò, dunque, gli spiriti con veridici detti e stabilì il termine del desiderio e del timore, e rivelò quale sia il bene sommo a cui tendiamo tutti, e additò la via per la quale su breve sentiero possiamo ad esso puntare con diritto cammino, e quanto male sia diffuso nelle cose mortali, che sorge e variamente vola per naturale caso forza, perché tale è l'assetto di natura, e da quali porte convenga far sortite per affrontare ogni male; e provò che per lo più vanamente il genere umano agita nel petto amari flutti di affanni. Difatti, come i fanciulli trepidano e tutto temono nelle cieche tenebre, così noi nella luce talora abbiamo paura di cose che per nulla son da temere più di quelle che i fanciulli nelle tenebre paventano e immaginano prossime ad avvenire. Questo terrore dell'animo, dunque, e queste tenebre non li devono dissolvere i raggi del sole, né i lucidi dardi del giorno, ma l'aspetto e l'intima legge della natura. Quindi viepiù seguiterò a tessere fino al fondo con le parole l'opera intrapresa. E poiché ho insegnato che gli spazi del mondo sono mortali ?e? il cielo consiste di un corpo che nasce, e tutte le cose che in esso avvengono, ed è necessario avvengano, per la maggior parte le ho spiegate, ascolta inoltre ciò che resta, giacché una volta montato sul glorioso carro * dei venti sorgano, ?come? tutto si plachi di nuovo * ciò che era stato, si sia cambiato, placatosi il furore; e tutte le altre cose che avvenire in terra e in cielo vedono i mortali, quando stanno spesso sospesi con spiriti impauriti: quelle cose che umiliano gli animi col timore degli dèi e depressi li abbattono a terra, poiché l'ignoranza delle cause costringe ad attribuire gli eventi al potere degli dèi