I doveri dei futuri governanti, Cicerone: versione di latino
Testo e traduzione in italiano del brano di Cicerone, De officiis, Libro 1, paragrafo 25 (1 pagine formato doc)
I DOVERI DEI FUTURI GOVERNANTI
I doveri dei futuri governanti.
Cicerone, De officiis I, 25. Omnino qui rei prarfuturi sunt duo Platonis praecepta teneant: unum, ut utilitatem civium sic tueantur, ut, quaecumque agunt, ad eam referant obliti commodorum quorum,alterum, ut totum corpus rei publicae curent ne,dum partem aliquam tuentur, reliquas deserant. Ut enim tutela, sic procuratio rei publicae ad eorum utilitatem, qui commissi sunt, non ad eorum, quibus commissa est, gerenda est. Qui autem parti civium consulunt, partem neglegunt, rem perniciosissimam in civitatem inducunt, seditionem atque discordiam; ex quo eventi ut alii populares, alii studiosi optimi ciuusque videantur,pauci universorum. Hinc apud Athenienses magnae discordiae, in nostra re publica non solum seditiones,sed etiam pestifera bella civilia; quae gravi set fortis civis et in re publica dignus principatu fugiet atque oderit tradetque se totum rei publicae neque opes aut potentiam consectabitur totamque eam tuebitur,ut omnibus consulat.De officiis Libro 1, 34 di Cicerone: versione latino
DE OFFICIIS LIBRO 1, 25: TRADUZIONE
In genere quelli che saranno a capo di un stato facciano riferimento a due precetti di Platone: primo, difendere il benessere dei cittadini in modo tale che, qualsiasi cosa facciano, a quello mirino, dimenticando il loro proprio tornaconto; secondo, preoccuparsi dell’intera struttura statale per evitare di abbandonare tutti gli altri, mentre ne difendono una parte. Come la tutela, l’amministrazione dello stato deve essere gestita per l’utile di coloro che (ci) sono stati affidati, non di quelli a cui è stata affidata. Quelli che provvedono a una parte dei cittadini e ne trascurano un’altra, inducono un elemento pericolosissimo nella cittadinanza: la rivolta e la discordia; da ciò deriva che alcuni appariranno vicini al popolo, altri favorevoli agli ottimati, pochi preoccupati della totalità. Di qui nacquero ad Atene grandi discordie, nel nostro stato non solo rivolte, ma anche perniciose guerre civili; cose che un cittadino austero e forte e degno di posti di rilievo nello stato fuggirà e avrà in odio, e darà tutto se stesso allo stato e non inseguirà ricchezze e potenza, ma lo proteggerà tutto intero per provvedere a tutti.