L' importanza della memoria
versione tratta dal "de senectute" di Cicerone. Versi VII. 21. Testo in latino ed italiano (1 pagine formato doc)
VII VII.
21. At memoria minuitur, nisi eam exerceas. Themistocles omnium civium perceperat nomina; Nec vero quemquam senem audivi oblitum, quo loco thesaurum obruisset; Philosophi senes quam multa meminerunt! Manent ingenia senibus, modo permaneat studium et industria. Sophocles ad summam senectutem tragoedias fecit; quod propter studium cum rem neglegere familiarem videretur, a filiis in iudicium vocatus est, ut illum quasi desipientem a re familiari removerent iudices. Tum senex dicitur eam fabulam, quam in manibus habebat et proxime scripserat, Oedipum Coloneum, recitasse iudicibus quaesisseque, num illud carmen desipientis videretur. Quo recitato sententiis iudicum est liberatus. VII. 21. Ma la memoria diminuisce se non la tieni in esercizio. Temistocle sapeva a memoria il nome di tutti i suoi concittadini. E in verità non ho mai sentito di nessun vecchio che avesse dimenticato dove aveva nascosto il tesoro; i filosofi, quante cose ricordano pur da vecchi! Nei vecchi rimangono le capacità intellettuali, purché rimangano l'applicazione e l'operosità. Sofocle compose tragedie sino all'estremo limite della vecchiaia; poiché per questa sua passione sembrava trascurare il patrimonio di famiglia, fu citato in giudizio dai figli affinché, i giudici lo allontanassero, come se fosse un rimbambito, dal patrimonio domestico. Allora si narra che il vecchio recitasse davanti ai giudici quella tragedia che aveva tra le mani e che da poco aveva composto, l'Edipo a Colono, e chiedendo poi se ad essi quel carme sembrava opera di un rimbambito; dopo averla declamata, fu prosciolto dalla sentenza dei giudici.