Libro 1; 106 de I doveri di Cicerone: versione latino

Testo e traduzione in italiano del Libro 1, paragrafo 106 de I doveri (De officiis) di Cicerone (1 pagine formato doc)

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LIBRO 1; 106 I DOVERI DI CICERONE: VERSIONE LATINO

Cicerone, da I doveri.

Ex quo intellegitur corporis voluptatem non satis esse dignam hominis praestantia eamque contemni et reici oportere, sin sit quispiam, qui aliquid tribuat voluptati, diligenter ei tenendum esse eius fruendae modum. Itaque victus cultusque corporis ad valitudinem referatur et ad vires, non ad voluptatem.
Atque etiam, si considerare volumus, quae sit in natura excellentia et dignitas, intellegemus, quam sit turpe diffluere luxuria et delicate ac molliter vivere, quamque honestum parce, continenter, severe, sobrie.

De officiis Libro 1, 34 di Cicerone: versione latino

DE OFFICIIS LIBRO 1: VERSIONE LATINO PARAGRAFO 106

Da ciò si comprende che il piacere dei sensi non è troppo degno dell' uomo nobile e che, anzi, conviene disprezzarlo e respingerlo; se c'è però qualcuno che conceda qualche cosa al piacere, ponga ogni cura nell'usarne con sapiente moderazione. Perciò il vitto e la cura della persona abbiano per fine, non il piacere, ma la buona salute e il vigore delle forze. Anzi, sol che vogliamo riflettere un poco sopra l'eccellenza e la dignità della natura umana, comprenderemo quanto sia turpe una vita che nuota nel lusso e si sprofonda nelle mollezze, e per contro quanto sia bella una vita modesta e frugale, austera e sobria.